Nel 1299, Alberto Scotti, signore di Piacenza, fu investito dal Comune, della proprietà di Fombio: uno degli obblighi dell’infeudato era che dovesse erigere un castello, dove potessero trovare ricovero gli abitanti in caso di guerra. Il castello costruito dallo Scotti, è quello che, in buona parte, esiste tuttora e che domina la pianura verso Piacenza. Un precedente castello, noto come il “castellazzo”, sorgeva invece a nord del paese; di esso restano solo dei ruderi presso un cascinale verso Codogno.
Il castello di Fombio, fu testimone di molte vicende belliche, nel quadro delle lotte fra guelfi e ghibellini. Nel 1314, Galeazzo Visconti, signore di Piacenza, temendo che la città venisse presa dai guelfi stanziati a Fombio, si impossessò della rocca con parte del suo esercito, la incendiò e fece prigionieri gli abitanti. Ancora visibile è il castello, costruito da Alberto Scotti, una massiccia mole squadrata (con pianta a forma di U), aperta verso la pianura, con potenti mura in mattoni. I fossati difensivi che lo circondavano col tempo si sono colmati e del ponte levatoio non restano che poche tracce. Il suo movimentato passato lo ha visto protagonista di lotte sanguinose e sede di corte di giustizia, ma anche residenza signorile. Numerosi soprattutto nel 1700, i rimaneggiamenti e gli ampliamenti ai quali fu sottoposto l’originale nucleo trecentesco della costruzione. A questo periodo appartengono l’ampio porticato che dà sul cortile d’onore e la luminosa veranda che collega le due ali del castello. Visibili nelle sale dell’interno, fra gli altri elementi architettonici di pregio, un soffitto a cassettoni lignei (XV secolo) e un camino in pietra (quattrocentesco), recante lo stemma degli Scotti. I locali dell’ingresso, al pianterreno, conservano nei sottarchi e alle pareti tracce di affreschi (figure grottesche e allegoriche) di buona fattura, risalenti probabilmente al XVII secolo. Degni di nota anche i vasti sotterranei del castello coperti da ampie volte a botte in mattoni.
L’edificio non è in buono stato di conservazione, ma il comune lo ha acquistato per restaurarlo.